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La verità in un chicco di Caffè

La Coffea non è nativa delle Americhe, ma vi è stata importata a seguito del colonialismo europeo. Il primo cespuglio di caffè venne trapiantato dal sergente portoghese Francisco de Melo Palheta nell’odierno Stato di Pará nel 1727[8].

La leggenda vuole che i portoghesi stessero cercando un fusto della pianta nel tentativo di entrare a far parte del nascente mercato, ma non poterono ottenere i semi dalla confinante Guyana francese a causa della ferrea volontà del governatore di non esportarli. Palheta fu inviato in missione diplomatica per cercare di risolvere una controversia sorta sulla questione dei confini; al ritorno portò con sé di contrabbando alcuni chicchi dopo aver sedotto la moglie del governatore francese la quale gliene consegnò segretamente un sacchetto[9][10].

Il caffè si diffuse raggiungendo il territorio di Rio de Janeiro nel 1770, ma rimase un prodotto rivolto esclusivamente al consumo interno; questo fino all’inizio del XIX secolo quando la domanda statunitense ed europea crebbe a dismisura[11], creando in tal modo il primo “boom del caffè”[12]. Questo ciclo andò approssimativamente dai primi anni 1830 agli anni 1850, contribuendo almeno in parte alla crescita della schiavitù in Brasile, ma anche ad una maggiore industrializzazione.